Storia della moda italiana (4) – Da Roma a Milano, la capitale italiana della moda

Già da metà dell’Ottocento a Parigi esisteva un vero e proprio “sistema della moda”, i cui punti di forza erano la qualità artigianale, il pregio dei tessuti e l’immagine della moda parigina. L’haute couture francese, grazie a nomi come Coco Chanel, Christian Dior e Pierre Cardin, era un vero e proprio strumento di promozione della moda parigina.

Anche in Italia esistevano importanti case di moda ma negli anni Cinquanta e Sessanta è a Roma (e nello specifico tra via Frattina e via Condotti) dove si concentrano il maggior numero di atelier (altri centri minori erano Milano, Firenze e Napoli). Lo sviluppo della moda italiana, non raggiungeva però il glamour di Parigi. Il 12 febbraio 1951 a Firenze viene organizzata dal barone Giovan Battista Giorgini una grande sfilata con nove marchi d’alta sartoria: questa è un’operazione di marketing ben riuscita, ma che ha dato un’immagine originale del glamour italiano. Prima che la capitale della moda in Italia diventi Milano, però, bisogna aspettare almeno un ventennio. 27 aprile 1971: è la data in cui si svolge una sfilata di moda al Circolo del Giardino a Milano organizzata da Walter Albini, un creativo che aveva lavorato già a Palazzo Pitti. La sfilata ha così tanto successo che quel giorno viene ricordato come il momento in cui la moda italiana viene rifondata.

In quegli anni, nella moda italiana, prima ancora che a Parigi e Londra, comincia a mutare il concetto stesso di lusso, che vedrà sempre più le classi medio-alte richiedere uno stile più moderno e sofisticato. La moda non è più solo lusso ed esclusività: essa diventa figlia della diseguaglianza e non più della ricchezza. A essere protagonisti di questa trasformazione sono i creatori di moda, che in quel periodo diventano veri stilisti. Grazie a un sistema industriale con un’intera filiera produttiva, in Italia nasce un ambiente che, secondo Emanuela Scarpellini, permette “ai creativi che si affacciavano sulla scena con molte idee interessanti, ma senza strutture produttive e a volte neppure capitali alle spalle, di trasformare le loro idee in un ottimo prodotto da vendere sul mercato, sfruttando le capacità tecniche e le competenze di un diffuso tessuto imprenditoriale attivo da tempo”.

Scrive la giornalista Giulia Borgese: “Chi sono dunque questi famosi stilisti? Per il grande pubblico sono anzitutto gente piena di fantasia che a ogni stagione riesce a tirar fuori la nuova immagine della moda e, quel che più conta, a imporla alle donne che, altrimenti, proprio non saprebbero cosa mettersi addosso”. Gli stilisti non si occupano più solo di un singolo processo, ma dirigono l’intera filiera di produzione, dal disegno e la progettazione dell’abito fino al suo confezionamento e alla comunicazione dei loro prodotti: ormai dettano il ritmo della moda moderna.

Nascono i vari Giorgio Armani, Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Valentino. I marchi della moda portano il loro nome e gli stilisti, quindi, diventano vere e proprie star. Maestri di stile, artigiani dei tessuti, artisti in grado di vestire e rendere felici le donne – e non solo – di tutto il mondo. Ma forse a definire nel migliore dei modi il reale compito di uno stilista è stato un grande artista – francese – della moda, Yves Saint Laurent, quando ha detto: “Il più bell’abito che può abbigliare una donna sono le braccia dell’uomo che ama. Ma, per chi non ha la possibilità di trovare questa felicità, io sono qui.”

A farla da padrone, però, è la comunicazione, che diventa fondamentale, più importante del vestito stesso. Nascono nuove riviste di moda, così come giornalisti specializzati e manifestazioni di settore.

In questo contesto, la città di Milano diviene una capitale ideale per il mondo della moda italiano, in quanto offriva anche una rete estesa di servizi utili allo svolgimento delle manifestazioni: aeroporti, alberghi ristoranti. Ma Milano era anche la sede di riviste specializzate, studi fotografici, agenzie di modelle, società di pubblicità. (4- continua) – Danilo Ruffo

(Una versione di questo testo è stato scritto nel 2018 e mai pubblicato.)

 

Storia della moda italiana:

Storia della moda italiana (1) – La moda è il nostro modo di vivere

Storia della moda italiana (2) – Perché è nata la moda italiana

Storia della moda italiana (3) – T-shirt e blue jeans, la nuova moda casual

Storia della moda italiana (4) – Da Roma a Milano, la capitale italiana della moda

Storia della moda italiana (5) – I nuovi scenari della moda italiana

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