Ci sono libri che raccontano un luogo. Altri che raccontano un viaggio. E poi ci sono opere come Farfalle sul Mekong. Tra Thailandia e Vietnam di Corrado Ruggeri, che riescono a fare entrambe le cose, e molto di più. Questo libro non è semplicemente il resoconto di un viaggio tra Thailandia e Vietnam, ma un vero e proprio romanzo della realtà, scritto con la penna affilata del giornalista e l’anima sensibile del viaggiatore autentico. Un’opera che, pagina dopo pagina, ci trascina in un universo lontano fatto di profumi, contrasti, memorie e suggestioni, mantenendo un raro equilibrio tra cronaca e poesia.
Corrado Ruggeri (Roma, 1957–2023) è stato un giornalista, scrittore e viaggiatore appassionato, capace di raccontare il mondo con uno sguardo lucido, curioso e profondamente umano. Per molti anni firma del “Corriere della Sera”, ha scritto reportage da ogni angolo del pianeta per riviste specializzate e testate nazionali. È stato anche uno dei volti più amati della televisione Marcopolo, dove ha condotto programmi come Per Terre e Per Mari, Capitani Coraggiosi, Atlante, Europa e il reportage Il Drago e la Farfalla. Autore prolifico, ha pubblicato numerosi libri di viaggio, tra cui Il canto delle lucciole. Viaggio in Nuova Guinea tra cannibali e adoratori di spiriti (1995), Bambini d’Oriente (1998), Farfalle sul Mekong. Tra Thailandia e Vietnam (1994, 1999; nuova edizione 2015), oggetto di questo articolo. Tra i suoi ultimi lavori, Atlante. Viaggi e personaggi intorno al mondo (2021). Si è spento nel 2023 dopo una breve malattia, lasciando un’eredità preziosa di parole, sguardi e racconti che continueranno a ispirare lettori e viaggiatori di ogni generazione.
Corrado Ruggeri firma con Farfalle sul Mekong un libro che si muove con disinvoltura tra il reportage e la narrazione, tra l’analisi del reale e la dimensione emotiva. La sua scrittura è densa, visiva, concreta, ma mai fredda. Al contrario, ogni pagina è pervasa da una tensione lirica, da uno sguardo partecipe e mai giudicante. Il lettore si trova immerso in un viaggio che ha il sapore della scoperta, ma anche del rispetto profondo per le culture vissute e attraversate durante questo viaggio. Ruggeri osserva e descrive, ma soprattutto ascolta, si ferma, cerca il dettaglio che sfugge al turista frettoloso. Il risultato è un libro che restituisce l’anima di un territorio, i suoi dolori e le sue meraviglie, senza mai ricorrere agli stereotipi esotici.

Il viaggio inizia nelle montagne della Thailandia, tra villaggi remoti e mercati improvvisati. Qui, Ruggeri racconta banchetti improvvisati tra le tribù che coltivano ancora oppio, dove il menù può includere portate inusuali come polpette di cane. Il tono non è mai scandalistico o compiaciuto, ma lucido, immersivo. L’autore ci invita a sospendere il giudizio e a comprendere la complessità culturale e storica di quelle usanze. Poi si passa al Vietnam, terra dove il passato e il presente si sfiorano in ogni angolo. In una cena memorabile, l’autore partecipa a un rituale crudele quanto affascinante: un cobra viene presentato vivo, ucciso sul momento e servito con il suo sangue ancora caldo, da bere in un calice. È uno dei tanti momenti in cui il libro sfida il lettore, lo porta fuori dalla sua comfort zone, lo costringe a confrontarsi con ciò che è “altro”. Ma Farfalle sul Mekong non è solo un viaggio tra culture gastronomiche estreme. È soprattutto un pellegrinaggio nella memoria storica e umana del Sud-Est asiatico.
Uno degli aspetti più riusciti del libro è la capacità di mettere in luce i contrasti che definiscono l’identità di questa parte del mondo. Il lusso sfrenato di Bangkok, con i suoi hotel a cinque stelle, i rooftop e la nightlife scintillante, coesiste con la povertà dignitosa dei villaggi vietnamiti, dove ogni sorriso vale più di una carta di credito. Il Mekong stesso, il grande fiume che dà il titolo al libro, diventa un personaggio silenzioso e potente. È il filo d’acqua che unisce le tappe del viaggio, ma è anche simbolo di trasformazione, di scorrere continuo, di vita e di morte. Le sue rive sono popolate da mercanti, pescatori, bambini che giocano e anziani che raccontano. Il fiume accoglie tutto, senza giudicare, proprio come l’autore.
La prosa di Ruggeri è una delle grandi forze del libro. È semplice, giornalistica, diretta, ritmata, talvolta ironica, sempre coinvolgente. Non c’è mai un eccesso di aggettivi, né un compiacimento stilistico: ogni parola è al servizio della narrazione, dell’immagine, dell’esperienza. Il ritmo è quello del reportage, ma la ricchezza descrittiva e l’introspezione rendono il testo letterario nel senso più nobile del termine. Leggendo Farfalle sul Mekong, si ha spesso la sensazione di guardare un film: le scene sono nitide, i colori accesi, i suoni percepibili. Eppure, ciò che resta impresso non è solo il paesaggio, ma le persone. Le vite incontrate lungo il cammino, spesso marginali o invisibili, diventano protagoniste grazie allo sguardo dell’autore.
Farfalle sul Mekong è ormai un classico della letteratura di viaggio, un’opera capace di raccontare luoghi, culture e contrasti con sguardo vivido e autentico. Un libro che non può mancare nella biblioteca di chi ama il genere, perché unisce l’avventura al reportage, la bellezza alla riflessione, portando il lettore nel cuore pulsante del Sud-est asiatico come pochi altri sanno fare.
Il grande merito del libro è quello di non cedere mai al sensazionalismo o all’etnocentrismo. Ruggeri viaggia con umiltà, consapevole che l’incontro con l’altro non è mai unidirezionale. Non pretende di spiegare l’Asia al lettore occidentale, ma la mostra in tutta la sua complessità, bellezza e contraddizione. Farfalle sul Mekong è un libro che parla di frontiere: geografiche, culturali, interiori. È un inno al viaggio come forma di conoscenza, come occasione per perdere e ritrovare se stessi. Ma è anche, e soprattutto, un omaggio a una parte del mondo troppo spesso raccontata con superficialità o nostalgia coloniale.
In un tempo in cui il viaggio viene spesso ridotto a esperienza da consumare e condividere sui social, Corrado Ruggeri ci ricorda cosa significa davvero viaggiare. Farfalle sul Mekong è un atto d’amore per il Sud-Est asiatico, ma anche per la scrittura, per il giornalismo che sa diventare narrazione, per le storie che non chiedono di essere spettacolarizzate ma semplicemente raccontate. Chi ama la letteratura di viaggio troverà in questo libro un compagno prezioso. Chi cerca emozioni autentiche, sguardi profondi e storie vere, verrà appagato. Ma Farfalle sul Mekong è anche un libro per chi non ha mai viaggiato: perché, come ogni grande libro, riesce a trasportarti altrove senza muovere un passo. E quando arrivi all’ultima pagina, capisci che qualcosa è cambiato. Dentro di te.