Camilla Läckberg, autrice di successo nel genere poliziesco, sfata il mito che la scrittura di romanzi gialli sia un mistero per pochi eletti o che richieda un talento innato. Al contrario, sostiene che chiunque può scrivere romanzi gialli. Non c’è “nessun incantesimo” e non è necessario possedere un “talento” particolare; ciò che serve è l’abilità di scrivere, molto tempo e un notevole interesse. La scrittura stessa, secondo Läckberg, è un mestiere che può essere imparato e padroneggiato con gli strumenti giusti e tanto duro lavoro. Il suo approccio si concentra sul fornire gli “strumenti”, mentre il “duro lavoro” spetta all’aspirante scrittore. Un punto cruciale che sottolinea fin dall’inizio è l’importanza fondamentale di iniziare effettivamente a scrivere.
Le cinque regole
Prima di immergersi nella scrittura, è utile comprendere cosa rende un libro un romanzo poliziesco. Läckberg propone cinque regole essenziali che aiutano a creare la giusta atmosfera, pur riconoscendo che non sono rigide e possono essere infrante. Tuttavia, conoscerle può aiutare a evitare errori comuni.
1. Tutti gli indizi devono essere accessibili al lettore. Questo permette al lettore di partecipare attivamente all’indagine.
2. L’assassino deve essere introdotto all’inizio del libro. Questo evita che un personaggio appaia dal nulla alla fine solo per essere il colpevole.
3.Il crimine deve essere grave. Nessuno vuole leggere di un furto di tulipani; l’illecito deve essere di portata significativa per catturare l’attenzione.
4. Il lettore dovrebbe essere in grado di cercare attivamente una soluzione e trovarla, senza inciamparci accidentalmente alla fine del libro. L’esperienza investigativa deve essere coinvolgente.
5. Ci dovrebbe essere un numero noto di sospetti e l’assassino sarà trovato tra di loro. Questo delimita il campo di ricerca del lettore e lo mantiene concentrato.
Le quattro “M”
Per un romanzo poliziesco è necessario un intrigo solido. Mentre uno scrittore esperto potrebbe elaborare una trama e iniziare subito a scrivere, un principiante dovrebbe iniziare scrivendo una sinossi. Si tratta di un testo di poche pagine che riassume la trama del libro e introduce i personaggi principali. Per creare una sinossi con una “chiara linea rossa”, è fondamentale rispondere alle domande relative alle “quattro M”: l’assassino (Murderer), il movente (Motive), il mezzo (Means) e l’opportunità (Opportunity). Avere chiare queste risposte fin dall’inizio facilita la creazione di una narrazione che possa efficacemente “sviare il lettore”. Un esempio tipico fornito è quello di una moglie cinquantenne con il gusto per la bella vita come assassino, il denaro come movente (il marito vuole risposarsi e lei perderebbe l’accesso ai fondi), l’arsenico come mezzo (avvelenando il cibo), e diverse occasioni nell’arco di sei mesi come opportunità.
La suspense
Dopo aver delineato l’intrigo, il passo successivo è costruire gli elementi che formano la storia, iniziando dal componente più importante: come creare suspense. Läckberg avverte che la più grande paura di un romanziere giallo è “annoiare il lettore”. Esistono diverse tecniche per generare tensione:
1- Cambiare l’ambiente esterno: L’ambiente, inteso come città, Paese o cultura, può essere variato per aumentare la tensione. Läckberg stessa ha diviso la famiglia Hulth in Il Predicatore tra una villa e una baracca fatiscente, e in La Principessa di ghiaccio ha spostato parte della storia da Fjällbacka a Göteborg. L’immaginazione è fondamentale per variare l’ambiente, non solo geograficamente.
2- Sostituire l’ambiente interno: L’ambiente interno si riferisce ai pensieri, alla personalità e ai sentimenti dei personaggi. Alternare i punti di vista dei personaggi seguiti dal lettore può far fluttuare questo ambiente, variando naturalmente il ritmo e il tono della narrazione.
3- Inserire falsi indizi (Red Herring): Questo è uno strumento potente per ingannare il lettore. Un modo è creare un personaggio che sembra completamente innocente, senza movente né opportunità, ma che il lettore, seguendo la tesi del “meno sospettabile è l’assassino”, terrà d’occhio. Un altro esempio è un innocente che mente sul proprio alibi (magari per coprire una relazione), alzando i sospetti del lettore pur non essendo il killer. Un’altra tecnica è che una persona nel libro subisca un tentato omicidio, portando la polizia a inseguire un sospetto, quando in realtà è la vittima stessa che ha orchestrato l’attentato. Un metodo classico è far sì che l’assassino somigli a una delle sue potenziali vittime, come nel caso di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, dove si è indotti a credere che l’assassino sia stato anch’egli assassinato. Lo scopo dei falsi indizi è sviare i sospetti del lettore nella direzione sbagliata. Usati correttamente, sono uno dei migliori strumenti per aumentare la tensione.
4- Avere più sospetti: Assicurarsi che ci siano diverse persone nella storia con potenziali moventi per l’omicidio. Se c’è solo un sospettato evidente, il lettore lo identificherà troppo presto.
5- Fare suggerimenti: Uno strumento molto efficace è suggerire che un personaggio nasconda un segreto, senza rivelare cosa sia o se sia legato all’omicidio. Questo crea curiosità nel lettore, poiché si racconta solo una piccola parte della verità. Läckberg fornisce un esempio da Il Predicatore, in cui un personaggio è tormentato da un ricordo sfuggente, lasciando il lettore curioso.
6- Usare i cliffhanger: Questa è la tecnica preferita di Läckberg, che consiste nel chiudere un capitolo con un elemento di suspense. Il termine deriva dal mondo della televisione, dove un personaggio rimane letteralmente appeso a una scogliera, costringendo lo spettatore ad attendere l’episodio successivo. Nella scrittura di gialli, i protagonisti possono scoprire qualcosa di vitale per il caso alla fine di un capitolo, che però si conclude prima che il lettore lo sappia. Oppure, un personaggio può trovarsi in una situazione difficile e viene lasciato lì mentre l’autore prosegue con altre parti della storia. I cliffhanger sono ottimi per spingere il lettore a leggere con avidità, ma devono essere intervallati da sezioni in cui il lettore può riposare. Läckberg offre due esempi da Il Predicatore in cui le frasi finali di un capitolo creano il massimo effetto.
I personaggi
La tensione è importante, ma un romanzo giallo non ha molto senso senza personaggi interessanti e credibili. La creazione dei personaggi è una delle parti più divertenti del processo per Läckberg. È fondamentale popolare il proprio mondo narrativo con persone che si sentano reali.
Esistono vari modi per descrivere un personaggio: età, occupazione, aspetto, odore, abbigliamento, interessi, stato civile, dialetto, espressioni linguistiche, tono di voce, postura, gesti, andatura. Tuttavia, usare tutti questi dettagli contemporaneamente risulterebbe caotico. È più efficace sfruttare i preconcetti che abbiamo nel giudicare le persone. Tre o quattro dettagli possono bastare affinché il lettore possa colmare le lacune e creare un’immagine del personaggio. Ad esempio, scrivere che un uomo è un collezionista di francobolli porta il lettore a fare automaticamente una serie di assunzioni su di lui. È importante, però, evitare di creare semplici stereotipi. I nostri pregiudizi possono anche essere usati per sorprendere il lettore: si potrebbe creare un poliziotto duro che impreca e sconfigge i criminali, ma che a casa è un appassionato filatelico.
Per rendere i personaggi credibili, naturali e vivi, bisogna pensare a come reagirebbero in diverse situazioni e mantenere coerenza nelle loro azioni. Un prerequisito è che lo scrittore conosca bene il personaggio. Se la conoscenza non emerge spontaneamente, Läckberg suggerisce di “intervistare” il personaggio, ponendo domande pertinenti al libro.
I dialoghi
Una volta creati i personaggi, è tempo di farli parlare. Un dialogo ben scritto dovrebbe fornire un’immagine chiara delle persone coinvolte e, allo stesso tempo, far avanzare l’azione. Un dialogo mal scritto, al contrario, può spingere il lettore ad abbandonare l’intero libro. La scrittura del dialogo è un’arte che richiede pratica, e ci sono alcuni aspetti chiave da considerare:
1. Ogni personaggio deve avere la propria voce: Bisogna considerare come il personaggio parla e come si esprimerebbe. Fattori come età, sesso, status sociale, background culturale, professione ed istruzione possono influenzare il modo in cui una persona parla.
2. Creare dinamismo iniziando un paragrafo con un dialogo: Invece di descrivere un’azione (“Patrik bussò alla porta della vecchia signora e attese che aprisse…”), si può immergersi direttamente nel dialogo, lasciando che siano le parole a rivelare dove si trova, chi incontra e perché è lì.
3. Variare i modi per indicare chi sta parlando: Evitare di ripetere costantemente “disse Patrik”. Spesso, in una conversazione tra due persone, è superfluo indicare chi sta parlando, poiché è già evidente.
4. Essere parsimoniosi con gli avverbi: Non “spargere” avverbi in abbondanza. Esempi come “disse raucamente”, “sagacemente, aveva ragione”, “strillò con rabbia” dovrebbero essere usati con moderazione. Bisogna fidarsi che il lettore possa comprendere il contesto autonomamente. Läckberg illustra questi punti con un dialogo da Il Predicatore, dove contrappone il tono irrispettoso e colloquiale di un’adolescente (Linda) con il linguaggio formale e rigido del fratello (Jacob), evidenziando le loro diverse età e personalità. Infine, un dialogo realistico nella finzione non significa riprodurre fedelmente la conversazione quotidiana, che spesso include molte frasi educate o “piccoli chiacchiericci”. È essenziale minimizzare il “small talk”; il dialogo deve far avanzare l’azione, altrimenti rallenta il ritmo e annoia. Un consiglio pratico è leggere il dialogo ad alta voce una volta scritto, per capire cosa funziona e cosa deve essere modificato.
Gli ambienti
L’ambiente è un altro elemento cruciale per dare vita alla storia, tanto che per Läckberg esso agisce spesso come un “personaggio separato” con un proprio tono e una propria voce. È un elemento gratificante da scrivere, poiché bastano pochi tratti e dettagli per permettere al lettore di immaginarlo.
È fondamentale scegliere un ambiente che si conosce bene. Se si è stati in un luogo solo una volta in vacanza, è meglio optare per una località più familiare. Indipendentemente dalla ricerca, non si sentirà mai l’atmosfera, la mentalità delle persone, il loro modo di parlare o di pensare come in un luogo in cui si è vissuti o cresciuti. Läckberg, ad esempio, ambienta i suoi libri a Fjällbacka, dove è cresciuta, perché conosce l’ambiente a fondo.
Il meteo è un fattore potente per creare atmosfera. Una pioggerella grigia può trasmettere un’atmosfera pesante e cupa. Non usare l’ambiente come semplice sfondo, ma lasciarlo creare un’atmosfera nell’azione. Il protagonista può, disperato, reclinare la testa e sentire la pioggia come lacrime sul viso, o il sole può bruciare su una schiena nuda mentre si scava una tomba nel bosco.
Il lettore dovrebbe poter percepire odori, suoni, sensazioni e sapori (“L’aria portava un sapore metallico sulla lingua e il naso si riempiva di un odore dolce e strano”). Descrivere anziché dire ciò che il lettore dovrebbe provare. Invece di dire che piove, scrivere che “grandi gocce d’acqua bagnata colpivano il parabrezza e la visibilità scompariva lentamente”. Descrivere come i vestiti si appiccicavano sudati al corpo invece di dire che faceva caldo. Fornire più informazioni sul luogo oltre allo scenario puramente tecnico: storia, economia, demografia, religione e così via. Läckberg menziona lo “schartauanismen” nei suoi libri, spiegando brevemente cosa significasse questo orientamento religioso e perché influenzava la gente del Bohuslän e, di conseguenza, i suoi personaggi principali.
La ricerca
La scrittura di un romanzo giallo spesso richiede anche ricerca. Läckberg vede la ricerca come un’opportunità per imparare cose nuove. Il punto più importante è che non tutto ciò che si scrive nel libro deve essere vero, ma deve essere credibile. Il trucco sta nel conoscere abbastanza l’argomento da descrivere qualcosa di estremamente plausibile. È consigliabile usare innanzitutto tutte le proprie conoscenze, che spesso si scoprirà essere più vaste di quanto si pensi. Quando la conoscenza è insufficiente, è necessaria la ricerca.
I metodi di ricerca dipendono da ciò che si ha bisogno di sapere. Spesso, ricerche su internet e lettura di libri sono sufficienti. Tuttavia, potrebbe essere necessario intervistare qualcuno, visitare un luogo o studiare persone in determinate professioni o situazioni. L’importante è che la ricerca serva a mantenere viva l’eccitazione nella storia; non è necessario mostrare ogni dettaglio di ciò che si sa. Il testo deve adattarsi a una storia poliziesca, non essere una descrizione clinica degli eventi.
Il protagonista
Infine, un compito tra i più piacevoli: la creazione del protagonista. La maggior parte degli scrittori di gialli sceglie di avere un protagonista centrale, che definisce il tono del libro. Se si intende scrivere una serie, è cruciale conoscere e relazionarsi con questo personaggio. Ci si può chiedere se si voglia un dilettante o un poliziotto come protagonista. Il vantaggio di un poliziotto è che si trova naturalmente vicino all’indagine criminale. Con un dilettante, invece, è più facile trovare una prospettiva “fresca” nel genere. Läckberg cita esempi di autori che hanno scelto dilettanti, come Ingrid Kampås (infermiera), Liza Marklund (giornalista) e Agatha Christie (vecchia zia che lavora a maglia). Esistono anche personaggi che non sono poliziotti ma vengono comunque in contatto con le indagini criminali, come Kay Scarpetta (medico forense), Åsa Larsson (avvocato) o Jonathan Kellerman (psicologo).
Un ulteriore vantaggio è che il protagonista possa avere un lavoro che l’autore stesso conosce. Läckberg raccomanda di “scavare dove si sta” (“Dig where you stand”), il che significa attingere alla propria esperienza personale per dare autenticità al personaggio e al suo mestiere.
Un mestiere accessibile a tutti
In sintesi, Camilla Läckberg demistifica il processo di scrittura del romanzo giallo, presentandolo come un mestiere accessibile che, con gli strumenti giusti e la dedizione al duro lavoro, può essere padroneggiato. Dai consigli sulle regole fondamentali del genere alla costruzione della trama attraverso la sinossi e le “quattro M”, dall’implementazione di tecniche di suspense come i falsi indizi e i cliffhanger, alla creazione di personaggi e dialoghi credibili, e all’importanza di un ambiente vibrante e di una ricerca mirata, Läckberg fornisce una guida pratica e ispiratrice. L’essenza del suo insegnamento è che, al di là di ogni tecnica, il passo più importante è semplicemente iniziare a scrivere.