Pubblicare un racconto o una poesia su una rivista letteraria

Pubblicare il proprio racconto o la propria poesia in una rivista letteraria è il sogno di molti scrittori alle prime armi. Ma spesso, il percorso per arrivarci può sembrare nebuloso, pieno di regole non scritte, tecnicismi editoriali e riviste con nomi sconosciuti. Eppure non serve avere esperienza pregressa, basta avere voglia di mettersi in gioco e imparare.

1. Scegliere la rivista giusta

Il primo passo per pubblicare è anche uno dei più importanti: trovare una rivista che pubblichi il tipo di testo che scrivi. Ce ne sono migliaia nel mondo, ciascuna con la propria voce, i propri temi e criteri. Alcune sono specializzate in poesia sperimentale, altre in racconti realistici, altre ancora in narrativa horror o fantascientifica.

Come orientarsi in questo panorama? Il modo migliore è leggere. Sfogliare (o consultare online) alcuni numeri della rivista a cui sei interessato ti aiuterà a capire se il tuo stile si adatta al loro. In più, è un gesto di rispetto verso il lavoro degli editor e, non da ultimo, una forma di supporto al mondo editoriale indipendente.

2. Leggere e seguire le linee guida

Ogni rivista ha le sue linee guida editoriali (le cosiddette submission guidelines), che vanno lette attentamente e seguite alla lettera. Ignorarle è uno degli errori più comuni tra chi invia i propri testi per la prima volta.

Le linee guida specificano spesso il numero massimo (e minimo) di parole o versi, il formato del file (Word, PDF, testo nel corpo dell’email, ecc.), la politica su invii simultanei o multipli, se accettano reprints (opere già pubblicate altrove) e i diritti richiesti sull’opera (ne parliamo meglio tra poco).

Ecco un breve glossario rapido dei termini più comuni.

Invio simultaneo (Simultaneous submission): inviare lo stesso testo a più riviste contemporaneamente. Alcune riviste lo permettono, altre no.

Invio multiplo (Multiple submissions): inviare più testi alla stessa rivista nello stesso momento. Anche qui, va verificato caso per caso.

Reprint: opera già pubblicata. Molte riviste vogliono testi inediti, ma alcune accettano eccezioni.

Ritiro (Withdrawal): se il tuo testo è stato accettato da una rivista, devi avvisare le altre a cui lo avevi inviato simultaneamente, ritirandolo.

3. Capire la questione dei diritti

Molti scrittori alle prime armi confondono copyright e diritti. Tu, in quanto autore, detieni sempre il copyright della tua opera. Quando una rivista ti pubblica, però, chiede alcuni diritti temporanei per farlo. Eccone alcuni, tradotti e semplificati.

First rights: essere i primi a pubblicare il testo.

Serial rights: pubblicazione in formato cartaceo.

Electronic rights: pubblicazione online o in ebook.

North American/British/World rights: diritti limitati a una zona geografica.

One-time rights: un solo uso, poi serve una nuova autorizzazione per eventuali ristampe.

Archival rights: mantenere il testo negli archivi online.

Exclusive/non-exclusive rights: nel primo caso il tuo testo non può essere pubblicato altrove per un certo periodo.

Capire che tipo di diritti stai concedendo è fondamentale per mantenere il controllo sulle tue opere.

4. Formattare correttamente il tuo testo

Un testo ben formattato comunica professionalità e rispetto per il lavoro degli editor. Ogni rivista può chiedere un formato diverso, ma se le linee guida non lo specificano, puoi usare il formato standard.

Tra le regole comuni, un font leggibile (Times New Roman o simile), corpo 12; doppia spaziatura; intestazione con nome, titolo e contatti; pagine numerate; nessun uso eccessivo di grassetti o corsivi.

5. Scrivere una lettera di presentazione

La cover letter accompagna il tuo testo e serve a presentarti brevemente. Deve essere cortese, chiara e sobria. Ecco un esempio:

Gentile [Nome dell’editor],
In allegato trova il mio racconto inedito dal titolo “[Titolo]”, della lunghezza di [XXX] parole. Si tratta di un invio simultaneo, ma mi impegno ad avvisarla nel caso venga accettato altrove.
Grazie per l’attenzione e il tempo che vorrà dedicarmi.
Cordiali saluti,
[Tuo nome]

Evita toni enfatici, elenchi di premi mai vinti o frasi come “questa è la storia che cambierà la letteratura”.

6. Includere una breve biografia

Molte riviste chiedono una biografia da pubblicare insieme al testo. Solitamente è di 50-100 parole, in terza persona. Deve dire qualcosa di te, magari dove vivi, cosa scrivi, se hai già pubblicato o se è la tua prima volta. Esempio:

Marco Rossi vive a Bologna, dove lavora come insegnante. Ha pubblicato racconti in riviste indipendenti come XXX e XXX. Quando non scrive, legge romanzi russi e beve troppo caffè.

7. Inviare e tenere traccia delle tue submission

Una volta assemblato tutto – testo, lettera, biografia – è il momento di inviare. Alcune riviste accettano email, altre hanno piattaforme dedicate. Entrambe richiedono una registrazione, ma permettono di monitorare lo stato delle tue submission, ritirarle se necessario e ricevere notifiche.

Devi essere organizzato: usa un foglio Excel o una tabella per annotare cosa hai inviato, a chi, quando, e le risposte ricevute.

8. Gestire le risposte: accettazione, rifiuto o silenzio

Ecco le tre possibilità quando mandi un testo.

Accettato: congratulazioni! Ti sarà chiesto di firmare un contratto e, a volte, riceverai una copia gratuita o un piccolo compenso.

Rifiutato: fa parte del gioco. Non significa che il testo sia brutto, solo che non era adatto a quella rivista.

Nessuna risposta: capita. Se sono passate molte settimane (controlla le linee guida), puoi inviare una mail cortese per chiedere aggiornamenti.

9. Ultimi consigli per sopravvivere al mondo delle submission

Non mollare: la costanza è più importante del talento.

Non prenderla sul personale: un rifiuto non è un giudizio sulla tua persona.

Apprezza i feedback: se un editor ti dà suggerimenti, ascolta. È un segno che il tuo lavoro è stato preso seriamente.

Continua a scrivere: l’obiettivo non è solo pubblicare, ma migliorare, crescere e trovare la tua voce.

In conclusione, pubblicare su una rivista letteraria non è un mistero, ma un processo fatto di piccoli passi, pazienza e dedizione. Se ami scrivere, buttati. Non c’è nulla di più gratificante che vedere le proprie parole prendere vita sulla pagina di una rivista, lette da occhi sconosciuti e magari, chissà, anche apprezzate.

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