La città di Pompei, così come la conosciamo oggi grazie agli scavi archeologici, non è solo una testimonianza straordinaria della vita quotidiana nell’antica Roma, ma anche un esempio unico della pianificazione urbana e dell’evoluzione architettonica in un territorio plasmato dalla natura e dalla storia. Sorta su un’antica colata lavica, Pompei presenta una struttura urbana irregolare e stratificata, frutto di secoli di trasformazioni.
La città era circondata da possenti mura lunghe circa 3 chilometri, che racchiudevano un’area di 66 ettari. Sono state rinvenute sette porte urbiche, tra cui la Porta Vesuvio, situata nel punto più elevato (44 metri s.l.m.), e la Porta di Stabia, in quello più basso (8 metri s.l.m.), da cui entrava il traffico proveniente dal fiume Sarno e dalla città di Stabia.
La principale arteria cittadina era la Via Stabiana, che attraversava la città da sud-est a nord-ovest, incrociando due importanti strade: la Via dell’Abbondanza e la Via di Nola.
I principali edifici pubblici di Pompei si concentravano in tre aree distinte.
1- Il Foro, centro nevralgico della vita religiosa, politica ed economica, era una grande piazza rettangolare circondata da un portico a due piani. Qui sorgevano il Tempio di Giove, il Macellum (mercato), il Tempio dei Lari cittadini, il Tempio di Vespasiano, la sede del consiglio cittadino e, sul lato ovest, il Tempio di Venere Pompeiana. Di grande rilievo era anche la Basilica, utilizzata per le attività giudiziarie e commerciali: la sua struttura influenzò la forma della futura basilica cristiana.
2- Il Foro Triangolare, situato su un’altura a sud, ospitava il Tempio Dorico, il più antico della città, e fu affiancato da un teatro, un piccolo teatro coperto e una palestra.
3- L’area orientale, dove si trovavano l’Anfiteatro e la Palestra Grande, costruita in epoca romana per sostituire quella più antica di epoca sannitica.
Numerosi complessi termali erano distribuiti in città: le Terme Stabiane, le Terme del Foro, le Terme Centrali (in costruzione al momento dell’eruzione), e molte terme private.
Se gli edifici pubblici testimoniano la vita ufficiale, sono le abitazioni private a rivelarci l’anima quotidiana di Pompei. Un patrimonio unico al mondo, che permette di tracciare l’evoluzione dell’architettura domestica italica e romana per oltre quattro secoli.
Le abitazioni più antiche risalgono al periodo sannitico arcaico (IV-III sec. a.C.), come la Casa del Chirurgo, esempio classico di domus con atrio. Durante il secondo periodo sannitico (200-80 a.C.), l’influsso ellenistico portò a un’evoluzione stilistica e architettonica: la Casa del Fauno, che occupa un intero isolato, è l’emblema di questo lusso, con due atri, quattro triclini, due peristili e decorazioni in stile Incrustation (o primo stile pompeiano). Al suo interno si trova il celebre mosaico di Alessandro Magno, probabilmente copia di un dipinto ellenistico perduto.
Altre residenze lussuose del periodo includono la Casa delle Nozze d’Argento, con un maestoso atrio a colonne, e ambienti decorati in Secondo stile pompeiano, detto “architettonico”, popolare tra l’80 a.C. e il 14 d.C.
Durante l’epoca romana, con molte domus già esistenti, si costruirono abitazioni più piccole ma raffinate. Tra queste, la Casa di Marco Lucrezio Frontone, decorata in Terzo stile pompeiano (detto “egittizzante”), e la Casa dei Vettii, esempio perfetto di domus della ricca borghesia mercantile del I secolo.
Alcune case venivano abbellite con fontane, sculture in bronzo e marmo, giardini, e splendidi affreschi in Quarto stile pompeiano, caratterizzato da decorazioni fantasiose e scenografiche.
Accanto alle grandi domus, Pompei era piena di abitazioni modeste e case-bottega, che rivelano la vita delle classi meno agiate. Gli archeologi oggi pongono grande attenzione a questi ambienti, fondamentali per ricostruire l’intero quadro sociale. In molti casi, tetti, piani superiori e balconi sono stati restaurati, permettendo una visione più completa della città antica.
Pompei non era una città uniforme, ma un organismo complesso nato su una colata lavica preistorica e cresciuto attraverso secoli di influenze sannitiche, greche e romane. Le sue strade, edifici pubblici, terme e case raccontano una storia viva, fatta di commerci, religione, arte, lavoro e vita familiare. E grazie alla sua improvvisa scomparsa sotto le ceneri del Vesuvio nel 79 d.C., oggi Pompei è la più straordinaria finestra aperta sul mondo antico.