Christian Dior, nato il 21 gennaio 1905 a Granville, in Normandia, è stato uno dei più influenti stilisti del XX secolo. Con la sua estetica rivoluzionaria, conosciuta come “New Look”, ha trasformato radicalmente la moda del dopoguerra e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della moda. Fondatore di una delle maison più iconiche e longeve del panorama internazionale, Dior ha saputo interpretare e plasmare il desiderio collettivo di rinascita, eleganza e lusso in un’epoca segnata dalla scarsità e dalla ricostruzione.
Figlio di Marie-Madeleine Martin e Alexandre Dior, un imprenditore industriale di successo, Christian cresce in un ambiente agiato, tra Parigi e la villa di famiglia a Granville. Nonostante le aspettative dei genitori, che lo volevano diplomatico, Christian mostra sin da giovane un vivo interesse per l’arte. Dopo aver studiato scienze politiche all’Università di Parigi per assecondare i desideri dei genitori, inizia a seguire la sua vera passione: il disegno.
Negli anni ’20 vende illustrazioni per strada e, grazie all’aiuto economico del padre, apre una piccola galleria d’arte. Lì espone opere di artisti d’avanguardia come Salvador Dalí, Man Ray e Jean Cocteau. Tuttavia, la crisi economica del 1929 travolge l’impresa paterna e costringe Dior a chiudere la galleria. Il futuro couturier si reinventa come illustratore di moda, collaborando con riviste come Figaro Illustré e lavorando come disegnatore freelance per case di moda parigine.
La svolta arriva nel 1938, quando Dior viene assunto come assistente dal celebre couturier Robert Piguet. È in questa esperienza che apprende le fondamenta della sartoria di alta moda. “Finalmente avrei conosciuto i misteriosi mezzi con cui un’idea si trasforma in un abito”, ricorderà più tardi. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Dior presta servizio militare, ma dopo l’occupazione tedesca torna a Parigi e lavora per la maison di Lucien Lelong. Qui affina ulteriormente il suo stile e stabilisce contatti fondamentali nel mondo della moda.
Nel 1946, con il sostegno economico dell’industriale Marcel Boussac, Christian Dior fonda la sua casa di moda in Avenue Montaigne a Parigi. L’anno successivo presenta la sua prima collezione, che segna un punto di rottura rispetto alla moda austera e funzionale degli anni di guerra. Le sue silhouette esaltano la femminilità con spalle morbide, vita stretta e gonne ampie fino a metà polpaccio: è il trionfo della sensualità, del romanticismo e della raffinatezza. L’iconico Bar Jacket, giacca avvitata con peplum, abbinata a una gonna a corolla, diventa il simbolo del nuovo stile. La giornalista di Harper’s Bazaar, Carmel Snow, fu la prima a definirlo “New Look”, un termine che rimarrà impresso nella storia. Sebbene il nuovo stile suscitasse inizialmente polemiche – alcune donne trovavano esagerato il ritorno al corsetto e all’abbondanza di tessuto – il successo fu immediato e planetario.
Il New Look ridiede slancio all’industria della moda francese e restituì a Parigi il primato di capitale dello stile. Dior comprese che la moda poteva diventare un sistema integrato e globale: oltre all’alta sartoria, iniziò a proporre profumi, accessori, cosmetici e abbigliamento prêt-à-porter in licenza. Il suo primo profumo, Miss Dior, lanciato nel 1947, fu un omaggio alla sorella minore Catherine, eroina della Resistenza francese durante la guerra, sopravvissuta alla prigionia nel campo di concentramento di Ravensbrück.
Negli anni successivi, Christian Dior introdusse nuove linee e varianti stilistiche che portarono il suo nome – la H-line, la A-line, la Y-line – dimostrando una continua ricerca estetica. Il suo pubblico divenne internazionale, includendo principesse, attrici e donne dell’alta società. Tra le sue clienti celebri figuravano Marlene Dietrich, Grace Kelly e la marchesa de Cuevas.
Non tutti, però, apprezzavano la sua idea di femminilità. Coco Chanel, sua contemporanea e rivale, lo criticò duramente affermando che Dior “non veste le donne, le imbottisce”. Chanel, fautrice di uno stile sobrio e funzionale, vedeva nelle creazioni di Dior un ritorno a una femminilità forzata e antiquata. Tuttavia, queste divergenze ideologiche rappresentavano le diverse visioni del ruolo della donna nel dopoguerra: emancipazione contro idealizzazione, semplicità contro magnificenza.
Nel 1956 Dior pubblicò la sua autobiografia Dior by Dior, in cui racconta la nascita della sua maison e il suo approccio creativo. Un anno dopo, nel 1957, muore improvvisamente per un attacco cardiaco a Montecatini Terme, in Italia, all’età di soli 52 anni. La sua scomparsa improvvisa scuote profondamente il mondo della moda.
A soli 21 anni, il suo assistente Yves Saint Laurent viene nominato direttore creativo della maison. Il giovane talento manterrà viva la visione di Dior per alcuni anni, prima di essere arruolato nell’esercito. Dopo di lui si susseguiranno nomi prestigiosi alla direzione creativa: Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons, Maria Grazia Chiuri.
Il nome Dior è oggi sinonimo di lusso, eleganza e raffinatezza. La maison continua a essere un punto di riferimento nel mondo della moda, capace di coniugare il patrimonio stilistico del fondatore con l’innovazione contemporanea. Il suo lascito non si limita alle passerelle, ma vive anche nei profumi, nei prodotti di bellezza e nell’immaginario collettivo. La serie televisiva The New Look, lanciata nel 2024, testimonia l’interesse attuale per la figura di Dior e il ruolo che la moda ha avuto nella ricostruzione dell’identità culturale europea dopo la guerra. Christian Dior non fu solo uno stilista, ma un uomo capace di interpretare il desiderio universale di bellezza in tempi difficili. La sua moda non fu mai superficiale: era un messaggio, un sogno, una dichiarazione d’intenti. A distanza di decenni, la sua opera continua a ispirare generazioni di creativi e a emozionare chiunque creda nel potere trasformativo dell’eleganza.