Philip Pullman: una voce immortale della letteratura fantasy contemporanea

Philip Pullman è oggi riconosciuto come uno dei più grandi scrittori della letteratura fantasy, un autore capace di fondere immaginazione e riflessione, avventura e filosofia, narrativa per ragazzi e grande letteratura. Nato a Norwich nel 1946, ha attraversato infanzie itineranti tra Inghilterra, Zimbabwe e Australia, prima di stabilirsi con la famiglia nel Galles del Nord. Un’infanzia movimentata, che ha probabilmente acceso in lui la passione per i mondi alternativi e le storie che sanno aprire finestre su universi nuovi e misteriosi.

Si forma alla Ysgol Ardudwy di Harlech, un’ottima scuola dove Pullman riceve un’educazione solida, prima di trasferirsi a Oxford, al prestigioso Exeter College, dove studia letteratura inglese. Con la consueta ironia che lo contraddistingue, ama dire di non aver mai imparato davvero a “leggerla bene”, ma i suoi libri smentiscono questa affermazione con forza.

Dopo l’università, entra nel mondo dell’insegnamento, inizialmente nelle scuole medie di Oxford e poi, dal 1986, presso il Westminster College, dove per otto anni forma futuri insegnanti. Il suo interesse per l’educazione non si spegne, e più volte Pullman ha criticato l’eccessiva enfasi sui test e sulle classifiche scolastiche, colpevoli secondo lui di soffocare il tempo e lo spazio necessari a un autentico incontro con la letteratura, quella che sa stimolare l’immaginazione e la crescita umana.

Ma il nome di Philip Pullman è legato soprattutto alla sua opera di scrittore, una produzione ampia e diversificata che spazia dalle avventure vittoriane ai racconti fiabeschi, dai romanzi storici ai grandi cicli fantasy. Il suo esordio nella narrativa per ragazzi avviene nel 1982 con Count Karlstein, seguito dalla serie con protagonista Sally Lockhart, giovane eroina dell’Inghilterra vittoriana, inaugurata nel 1986 con The Ruby in the Smoke. Questi romanzi testimoniano la sua abilità nel coniugare ricerca storica e ritmo narrativo, intelligenza e intrattenimento.

Pullman ama anche cimentarsi con forme brevi e raffinate, come le fiabe moderne: The Firework-Maker’s Daughter, I Was a Rat! e Clockwork sono esempi di narrativa per l’infanzia che affronta temi profondi con leggerezza e maestria.

Tuttavia, il suo capolavoro assoluto è senza dubbio la trilogia His Dark Materials (Queste oscure materie), composta da Northern Lights (La bussola d’oro, 1995), The Subtle Knife (La lama sottile, 1997) e The Amber Spyglass (Il cannocchiale d’ambra, 2000). Con questi tre romanzi, Pullman ha rivoluzionato la narrativa fantasy, portando il genere a nuovi livelli di profondità filosofica, complessità morale e raffinatezza letteraria. I suoi libri mettono in scena un mondo parallelo in cui l’anima delle persone si manifesta sotto forma di “daimon” animale, e raccontano il viaggio di Lyra Belacqua e Will Parry attraverso universi alternativi alla ricerca della verità, della conoscenza e dell’amore.

His Dark Materials non è soltanto una saga d’avventura, ma un’opera densa di riferimenti alla teologia, alla scienza, alla filosofia. La sua critica all’autorità religiosa e al potere dogmatico ha suscitato polemiche, ma anche entusiastici consensi. La trilogia è stata premiata con numerosi riconoscimenti: la Carnegie Medal, il Guardian Children’s Book Award e, con The Amber Spyglass, il Whitbread Book of the Year Award, assegnato per la prima volta a un libro per ragazzi.

Nel 2002 Pullman ha ricevuto l’Eleanor Farjeon Award per la letteratura per l’infanzia, e nel 2005 ha vinto l’Astrid Lindgren Memorial Award, il più prestigioso premio internazionale per la letteratura per ragazzi, che ha condiviso con l’illustratore giapponese Ryoji Arai. Premi importanti, che testimoniano il valore universale delle sue opere e la loro capacità di parlare a lettori di tutte le età.

Negli anni, Pullman non ha mai smesso di scrivere né di intervenire nel dibattito pubblico su cultura, politica e istruzione. Anche se promette spesso di “fare meno discorsi e scrivere più libri”, continua ad accettare inviti e a condividere le sue opinioni, sempre con intelligenza e spirito critico.

Il suo stile è limpido e incisivo, la sua voce narrativa ferma ma appassionata. I suoi libri parlano della libertà, della responsabilità, del coraggio di crescere e di pensare con la propria testa. Con Pullman, il fantasy diventa uno strumento per interrogare la realtà, per affrontare le domande più difficili e per immaginare un mondo migliore.

Oggi, Philip Pullman è considerato uno dei massimi autori della letteratura contemporanea. Con La trilogia della Polvere, iniziata nel 2017 con La Belle Sauvage, continua ad arricchire l’universo di His Dark Materials, regalando ai lettori nuove prospettive su personaggi già amati e nuove domande su ciò che significa essere umani.

In un mondo dove l’immaginazione rischia di essere soffocata dall’urgenza del reale, Pullman rappresenta una voce necessaria, capace di ricordarci che le storie non sono un’evasione, ma una forma di conoscenza. Come disse lui stesso, “Non importa se uomini o donne abbiano più cervello: ciò che conta è usarlo tutto, e bene.” Una frase che vale per la scienza, per la scuola, per la scrittura. E per la vita.

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